Garufi, Rocambole, “Sicilia barocca” – Un racconto della serie “Avventure e braverie di don Rodrigo Borina”

Rocambole Garufi

Sicilia barocca

Racconto

C’era davvero il colore delle passioni forti nel tramonto sull’Etna, che Rodrigo Borina ebbe modo di vedere dalla strada che da Adernò porta a Catania.

Una larga lingua di rosso si impadronì del cielo e corse sull’azzurro come materia liquida, della stessa natura della lava che furoreggiava lungo i fianchi della montagna.

Non vi era nulla che avesse trasparenza in quel cielo ed in quella terra. Il pensoso senso dell’infinito veniva, semmai, dal buio della pietra lavica, sulla quale gli alberi di pistacchio alzavano in alto i loro rami perlacei e sembravano deità desolate ed imploranti.

A quei tempi, natura e uomini usavano parlare a voce alta, per cui don Pietro, anche lui incantato dallo spettacolo, disse, rivolto a Rodrigo:

“Io odio donna Isabella!”

“Anch’io, evidentemente… e forse per il vostro stesso motivo” rispose Rodrigo.

“Può darsi. Ma, come mai ti sei fidato di una tipa del genere?”

“Bisogna pur mangiare, a questo mondo!”

“Beh! Non sarebbe male neppure ragionare, qualche volta!”

“Inutile chiederlo alla gente d’azione! Quelli come me, o donna Isabella, ragionano agendo… Faremo pure paura, ma, detta così… sono le persone come noi che fanno camminare il mondo!”

“E come me! Pure io sono un uomo d’azione…”

“Non ne dubito. Ma… che potrei fare io per voi?”

“Un po’ di tutto!”

“Voi siciliani siete gente complicata! Chiamate il pane vino ed il vino pane… Ma, tutto sommato, ho idea che il mio lavoro con donna Isabella sia irrimediabilmente finito… Eppoi, detta così… magari questo paesaggio finirà per piacermi… Anzi, ora che ci penso, mi è sempre piaciuto!… E neppure voi mi dispiacete…”

“Non vorrei che il tuo sia lo stesso interesse del gatto per il pesce!”

“Per il gatto ci siamo… ma, pensando agli occhi della mia signora… il mio interesse è tutto per lei e, al posto del pesce, ci metterei il topo!”

“Insisto per il pesce… Il pesce si mangia, il topo no!”

“Quando bussa la fame, vanno bene pure i topi!”

Quel giorno l’indissolubile amicizia fra i due fu ratificata da una solenne ubriacatura in un fondaco di Paternò. I simili, prima o poi, si ritrovano. Mai, però, Pietro volle più parlare dell’argomento.

“Ogni cosa a suo tempo!” disse, a sugello del discorso.

Così, già al quinto bicchiere, Rodrigo giurò fedeltà a don Pietro, almeno, fino a un minuto prima che a questi gli fosse passato per la mente di tradirlo…

Subito dopo, dentro di sé, lo stesso Rodrigo giurò pure che mai più si sarebbe incatenato ai comandi di una donna.

“Contate su di me” disse, dopo un breve rutto, a completamento di una pausa di riflessione, col dito che si grattava il mento.

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